luni, 16 ianuarie 2012

Literatura Italiana


L’Arcadia è un romanzo pastorale, in cui alla prosa si alternano le egloghe in versi. Sannazaro ha composto quest’opera in età giovanile (fra 1480-1485). Vi fa rivivere il mito dell’Arcadia già celebrato dai poeti greci e latini. L’Arcadia era una regione montuosa del Peloponneso, isolata dallo sviluppo della civiltà ellenica e perciò rimasta arcaica e primitiva, e abitata soprattutto da pastori. I poeti antichi vi avevano proiettato il mitico sogno dell’età dell’oro, di una vita innocente e conforme alla natura, ignara dei dolori e degli affanni della civiltà, rallegrata da un continuo ozio sereno e dalle gioie spontanee dell’amore e del canto. Secondo la tradizione della letteratura pastorale, il romanzo di Sannazaro è allegorico e allude a vicende autobiografiche: nel protagonista Sincero, che si rifugia in Arcadia per trovare l’oblio dalle sue sofferenze d’amore, il poeta raffigura se stesso (ma non si tratta affatto di un’opera di confessione e di sfogo, bensì di un esercizio letterario molto elaborato). Il poema manca di un’azione propriamente detta. L’episodio più conosciuto è il cammino di Sincero verso le rive del fiume Sebeto, vicino Napoli, dove il dio delle acque gli fa conoscere la morte della donna amata.
Per il suo tema, il romanzo di Sannazaro sta all’origine della poesia pastorale, un genere che toccherà pienamente il suo sviluppo un secolo più tardi, con l’Aminta di Torquato Tasso e con Il pastor fido di Battista Guarini. L’Arcadia godette una lunga fortuna e fu considerata nei secoli successivi il modello perfetto della poesia bucolica appunto perché il suo autore fu colui che riuscì a dare a questo mito la forma letterariamente più compiuta. Questo mito si ritroverà in tutte le grandi letterature europee. Gli echi dell’Arcadia di Sannazaro arriveranno in Francia e saranno presenti nei romanzi d’amore del classicismo e, poi, in tutta la poesia pastorale del primo Settecento.
            Il Quattrocento ha sempre e fortemente sentito la suggestione di questo mito del ritorno ad una condizione originaria di vitalità piena, gioiosa, innocente. L’opzione per la solitudine e per vivere in mezzo alla natura diventa più frequente alla fine del Rinascimento, quando la gente stanca manifesta diffidenza in tutti e in tutto. Una natura bella e tranquilla offre all’uomo offeso un buon rifugio. Nel suo nucleo, la poesia pastorale conteneva il germe della poesia romantica. Iacopo Sannazaro, quindi, un romantico avanti-lettera, raccoglie nell’Arcadia i temi del preromanticismo.
            Pubblicato per la prima volta nel 1485, il romanzo ebbe una seconda edizione nel 1504, la quale presenta una serie di modificazioni d’ordine linguistico. Egli rinuncia a certi tratti dialettali napoletani e si avvicina alla lingua letteraria fiorentina, riconoscendo così l’autorità linguistica di Firenze.

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